Oggi mi ha chiamata una persona con cui interagisco per lavoro, contatti decisamente professionali quindi, però, come è ovvio, non è che quelli con cui interagisci per lavoro da anni non li conosci, conosci cose che hanno attinenza col lavoro, se hai un istinto di sopravvivenza ascolto elevato sei anche in grado di capire come dire o non dire una cosa. Poi non sai di certo il piatto preferito delle persone con cui hai delle collaborazioni (anche se credo che tutte le persone con cui collaboro, grazie agli enne pranzi di lavoro, siano consapevoli della mia avversione per i capperi e le acciughe) ma esiste una sorta di conoscenza o di consapevolezza delle potenzialità e limiti umani e lavorativi (non sempre ma a volte coincidono).
Questa mattina ho ricevuto questa telefonata lavorativa in perfetto orario lavorativo, ne troppo presto ne troppo tardi, comunque in mattinata che è il codice di: sei nei miei pensieri. Siccome è gentile e un po’ mi conosce, mi chiede anche come vanno i libri, come vanno le mie cose extra ufficio. Sintetizzo gli ultimi nove mesi che in effetti era da un po’ che non si parlava di varie, mi risponde con entusiasmo ma mi ricorda che abbiamo tutti un limite e di stare attenta ai giorni in cui ci si sveglia più stanchi di quando si è andati a dormire.
E’ il tempismo perfetto con cui è uscita questa affermazione che mi ha colpita. Mi è capitato svariate volte, soprattutto nell’ultimo mese, di trovarmi in orari improbabili col telefono in mano. Attività, progetti, idee. Sono disponibile, posso farlo, posso aiutarti, certo, molto volentieri, scrivimi quando vuoi, finisco di mangiare e arrivo, nessun disturbo. Non so per quale assurdo motivo io mi senta in dovere di rispondere entro cinque minuti netti dalla ricezione, forse il lavoro mi ha abituata così e ora non riesco a farne a meno, si è radicata una mania tra le mie mille altre manie. Forse l’attitudine c’era già… Se telefono metto giù al quinto squillo libero (a esclusione di quando chiamo il Pippo (il Capitano) o mio fratello che magari sono in barca e non sentono) perché so che forse sto disturbando, perché io rispondo entro il secondo, il terzo se sto camminando, se non rispondo al terzo vuol dire che non risponderò, non posso o non ho sentito.
Non sono stanca, sono entusiasta, sono propositiva, a volte sono emotiva, guardo ad alcuni risultati e mi si aggroviglia la gola e devo deglutire per la gioia e quell’emozione bella o il ricordo che non mi toglierà mai nessuno.
Ho capito che mi piace vivere così, aggiungere carte al mazzo, rispondere alle mail entro cinque minuti, rispondere al telefono entro i cinque squilli… ho però anche capito che stasera presto, almeno oggi, è il caso che io mi metta lunga, possibilmente nella totale immobilità del corpo e della mente e fortuna vuole che in mezzo alle carte del mazzo c’è anche Yoga (c’è anche una formazione sulle macchine a trazione posteriore, vi racconterò ma soprattutto Yoga).