-la smetti?-
la smetto di cosa?
-di fare la silenziosa-
sono normale
-no, di solito sei logorroica-
…
-dai conta-
ho consegnato
-libro?-
eh
-e?-
e niente, sono di riflessione
-tipo?-
sai quando mandi una mail e un secondo dopo, proprio un secondo eh, ti accorgi di aver sbagliato il nome della persona a cui hai inviato?
-cioè hai sbagliato il nome dell’ editor?-
no, certo che no, era per farti capire come ci si sente, e comunque: la editor, femminile
-ma hai sbagliato qualcosa?-
non credo
-e allora?-
e allora ti senti un po’ così, lo stesso, anche se non hai sbagliato.
-ti ha risposto?-
hm
-daaaaaaaaaaai-
sì…
-cosa ti ha risposto?-
spetta…sì…tua mamma è mai venuta a prenderti in clamoroso ritardo all’asilo?
-sempre-
ecco, la mia mai, uscivo sempre prima dell’orario anzi, ma mi sono sentita come ti sentivi tu, ha risposto presto, a fare due conti ha risposto prestissimo ma non cambia. A un secondo dall’invio ero in attacco di panico.
-sei scema-
un pochetto
-è bella?-
la storia? o la mia editor?
-la situazione-
madonna…ma proprio madonna
-adesso allora la smetti?-
non sono silenziosa, sono normale
-hmmmm, mi dici cosa ti ha detto?-
cose belle
-tipo?-
cose belle
-daaaaai Erika, cossa ti ga?-
sono…sono Felice. A volte quando sono tanto triste o tanto felice sto zitta.
-*aboro, non è mai successo, se savevo…-
sei di simpatia?
-tu sei di esempi emozionali che non hai mai provato, hai idea di come ci si sente quando la mamma arriva a prenderti tardi all’asilo? hai una vaga idea?-
osservo tanto, e volevo farti capire come mi sono sentita in quel momento, non cosa mi è successo.
– adesso però, che sei lì che rimugini, come ti senti? sei davvero felice?-
**ammanego. ti ricordi la mattina del tuo natale più fico di sempre? ecco.
-insomma non sei davvero silenziosa…stavi solo studiando il modo di farmi la versione più lunga in assoluto partendo dal mio natale dei cinque anni?-
esatto.
–aboro se ti conosco-
**al massimo delle mie capacità.
*variazione del solito intercalare venexiano che sapete tutti.