Archivi categoria: marino

-la smetti?-

la smetto di cosa?

-di fare la silenziosa-

sono normale

-no, di solito sei logorroica-

-dai conta-

ho consegnato

-libro?-

eh

-e?-

e niente, sono di riflessione

-tipo?-

sai quando mandi una mail e un secondo dopo, proprio un secondo eh, ti accorgi di aver sbagliato il nome della persona a cui hai inviato?

-cioè hai sbagliato il nome dell’ editor?-

no, certo che no, era per farti capire come ci si sente, e comunque: la editor, femminile

-ma hai sbagliato qualcosa?-

non credo

-e allora?-

e allora ti senti un po’ così, lo stesso, anche se non hai sbagliato.

-ti ha risposto?-

hm

-daaaaaaaaaaai-

sì…

-cosa ti ha risposto?-

spetta…sì…tua mamma è mai venuta a prenderti in clamoroso ritardo all’asilo?

-sempre-

ecco, la mia mai, uscivo sempre prima dell’orario anzi, ma mi sono sentita come ti sentivi tu, ha risposto presto, a fare due conti ha risposto prestissimo ma non cambia. A un secondo dall’invio ero in attacco di panico.

-sei scema-

un pochetto

-è bella?-

la storia? o la mia editor?

-la situazione-

madonna…ma proprio madonna

-adesso allora la smetti?-

non sono silenziosa, sono normale

-hmmmm, mi dici cosa ti ha detto?-

cose belle

-tipo?-

cose belle

-daaaaai Erika, cossa ti ga?-

sono…sono Felice. A volte quando sono tanto triste o tanto  felice sto zitta.

-*aboro, non è mai successo, se savevo…-

sei di simpatia?

-tu sei di esempi emozionali che non hai mai provato, hai idea di come ci si sente quando la mamma arriva a prenderti tardi all’asilo? hai una vaga idea?-

osservo tanto, e volevo farti capire come mi sono sentita in quel momento, non cosa mi è successo.

– adesso però, che sei lì che rimugini, come ti senti? sei davvero felice?-

**ammanego.  ti ricordi la mattina del tuo natale più fico di sempre? ecco.

-insomma non sei  davvero silenziosa…stavi solo studiando il modo di farmi la versione più lunga in assoluto partendo dal mio natale dei cinque anni?-

esatto.

aboro se ti conosco-

 

 

**al massimo delle mie capacità.

*variazione del solito intercalare venexiano che sapete tutti.

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Archiviato in la di lei vita, marino, me piace, piemme

si tratta di questo.

Il mio gatto maschio è un consumista, sono anni che lo so. Non interviene quando apro il sacchetto del prosciutto, non gli interessa se ho cucinato un pollo, non mi caga, neppure di striscio, se gli propongo del tonno, tonno  da pescheria. La mia gatta femmina invece mi ruba il cibo dal tavolo non appena volto le spalle, che sia l’impasto di latte e pane per le polpette o che si tratti di pasta cruda appena pesata, non le interessa, lei mangia tutto. La mia gatta femmina sembra una gatta che ha fatto la guerra. Il gatto maschio se non sono le pappine con una foto di un gatto sulla scatola non sembra interessato. Lo dico perché mi è appena venuto in mente ma in realtà non si tratta di questo.

Si tratta di che ti ho sognato questa notte, forse dovrei dire anche questa notte. Eri in via case, io ero in via case e tu mi venivi incontro, camminavi, forse dovrei dire camminavi? io ero vicino a casa nostra e tu eri dalle parti del semaforo, era giorno. Noi due siamo il genere di persona che quando ci incontravamo sullo stesso lato di una strada uno dei due cambiava lato, forse dovrei dire eravamo quel genere di persona. Mi venivi incontro e io lo trovavo normale, camminavi e io lo trovavo normale, mi parlavi, mi hai chiesto dove stessi andando e io, beh, lo trovavo normale.

sono ancora il genere di persona che se mi chiedono “dove sei? dove stai andando?” non lo dico per partito preso, sono dati privati.

Ti ho detto che stavo andando a prendere le caramelle e tu lo hai tradotto in sigarette. Hai fatto bene, mentre dormo sono Zeno Cosini.  Mi sono svegliata ancora una volta che non sapevo se il sogno era questo in cui tu eri così o se il sogno è quello di questi ultimi tempi. Mi sono svegliata e mi sono ricordata chi sei, chi eri, chi sei stato e  come sarai domani? cosa sognerò questa notte? Ad ogni modo mi sono svegliata e lo trovo soddisfacente, come trovo soddisfacente trovare le motivazioni e le cause di questi miei sogni, fare introspezione,  priva di un analista, in possesso di qualche studio di psicologia clinica del vecchio ordinamento. Ambo le condizioni statiche da anni.

Ieri sera, nella penombra delle ventuno, sdraiata sul mio vecchissimo divano rosso leggevo Wallace, si trattava di una raccolta di racconti “questa è l’acqua”, si trattava dell’ultimo racconto,  mi ha commossa,  ma ho pensato fosse solo perché so cosa è successo poi, come a volte capita che un amico ti riveli delle parole, a cui dai un valore sempre troppo piccolo, il giorno dopo però al tuo amico accade qualcosa oppure a te accade qualcosa e tu ricordi le parole, e il valore quindi cambia, le parole prendono forza e ti travolgono anche se si tratta di momenti registrati. Si trattava poi del primo racconto di Wallace, ha toccato momenti che non ricordavo di avere trascorso, ha toccato attimi a cui ho partecipato senza viverli veramente, senza sentirli sul serio perché ero impegnata ad andare avanti, a sostenere altri, a tenere in piedi me stessa, così li ho ripercorsi ieri sera e questa notte poi sei tornato tu, con le tue gambe, con il tuo equilibrio, a chiedermi dove stessi andando a dirmi che mi avresti accompagnata.

Mi hai fatto un sacco di compagnia.

 

Lascia un commento

Archiviato in la di lei vita, marino

a che ora han detto i maya?

son qui che rifletto sul fatto che non c’è stato cambiamento, è stato un anno abbastanza uguale a tutti gli altri il 2011, e si ci sono stati i canyon, canyon di tristezza e canyon di felicità.

son qui che rifletto sul fatto che il mio medico di base è un gerontologo, sul fatto che ho attaccato a prendere un farmaco che prenderò per tutta la vita,  sul fatto che per pranzo mi sono ordinata petto di tacchino grigliato con il purè di patate.

desideravo un minimo di cambiamento, di variazione, di rinfrescare…boh.

la parte brutta, la parte dolorosa, arriva quando smetto di raccontarmi balle e sono quindi pronta ad ammettere che  petto di tacchino col purè l’ho scelto io, nessuno mi ha puntato una pistola alla tempia, devo anche ammettere che di fatto non c’erano le patate fatte col forno in quel menù, così come non c’era la carbonara, resta che avrei di sicuro potuto cambiare ristorante, oppure stare in questo e magari chiedere la pasta con le melanzane.

buoni propositi per il 2012 – non ingozzarti di petto di tacchino col purè se con un minimo di sforzo puoi avere il filetto e le patate fatte col forno.

4 commenti

Archiviato in kerik(c)ette, marino, she's

chi ben comincia.

sono rimasta chiusa in ascensore oggi, anzi non era oggi, era questa mattina alle ore sette e qualcosa che vuol dire che la giornata per me non era ancora veramente iniziata.

Si sono già stata chiusa in ascensore solo che quando era successo in passato era una cosa volontaria, non accidentale, in passato non avevo mai premuto il tasto di allarme che tutto mi interessava tranne che mi tirassero fuori da li, oggi invece ero chiusa in ascensore ed era mattina presto ed io avevo un bellissimo giacchetto bianco autunno addosso e non mi sono sentita troppo bene a vedere che la cabina con me tutta dentro stava a metà tra il secondo e il terzo, più verso il terzo. Ho suonato l’allarme e volevo accendermi una sigaretta sino a che aspettavo che qualcuno realizzasse il dramma, non l’ho fatto perché non ne avevo. La tragedia è avvenuta quando qualcuno ha chiamato l’ascensore e io ho sentito che il motore faceva per partire e poi saltava.

Ho unito mentalmente la scena dell’ascensore a quella della scala che traballava con me sopra, a quella che per poco non mi infilzavo un dito sulla punta di una forbice, a quella che un matto quasi mi orba con l’ombrello in calle a venezia, a quella che il mio collega mi spinge per schivarmi da una merda di colombo. Decido che c’è un fantasma che mi vuole male e di chiudere la visione dei fantasmi del betania che danno su fox e che però dovrebbero dare su un altro canale perché  io mi cago addosso.

sono soprattutto tutta sconvolta  da quella che mi ha aperto l’ascensore e ha dichiarato “erika tu sei salva” comunque.

2 commenti

Archiviato in bad days, marino

e bon.

quando ero più giovane, sino a qualche anno fa,  andavo al bar e c’era il mio amico dietro al bancone e lui mi guardava bene in faccia e poi sulla base di una legenda da lui creata, studiando le mie espressioni facciali in mista con le rughe del giorno e il colorito della pelle, decideva se propinarmi

.) un succo ace addizionato con qualcosa

..) un superalcolico a fantasia

…) il suo drink rescue remedy (una sanata per tutte le cose, ti trasformi in memento tipo)

e mi sono ricordata questa cosa oggi, che sono arrivata alla  nuova gelateria che frequento  alle zattere trascinando il mio lungo muso per tutto il percorso.

Il gelataio che mi ha guardata bene bene,  e sulla base della sua personale legenda nata dallo studio delle mie espressioni facciali in mista con le rughe e il colorito del giorno ha annunciato: “alcolici non ghe ne go…te fasso un waffle con nutella, gelato alla nutella e panna montata”.

e bon.

 

Lascia un commento

Archiviato in marino, she's

è un pochetto che non scrivo, la verità è che è un pochetto che non scrivo qui.

fa parte delle cose della vita, non è che quando non si sentono alcuni amici non si sia in contatto con tutti gli amici, la verità è che per un periodo si sono sentiti altri amici e non se ne sono sentiti altri.

quasi come quando o mangi la bistecca o mangi l’uovo.

quasi come quando o mangi la pasta o mangi la carne.

quasi come quando o bevi il rosso o bevi il bianco.

e che poi io non sono una di quelle che mangiano kosher se no la lista dei quasi_come_quando era più lunga.

ho scritto altrove, ho scritto qui  e mi sono divertita e pensavo che se qualcuno ha piacere ho voglia di…beh trovare un forum che si chiama pesce pirata e avere come nick kerika cpt uncino ha senso.

Avrei altre cose da raccontare, trattano di me, della fisiatra, delle terapie tens, di una mia amica, del mio medico di base, del mio lavoro, del mio libro, di altri miei amici, non vi racconto ora perché non sono in bolla, non sono in forma ma siccome lo show must go on vado a mettermi in bolla da un’altra parte. Non sono in bolla per raccontare non è che non sia in bolla in assoluto, quasi come quando non mangi carne col formaggio…

10 commenti

Archiviato in bad days, cose arancioni, marino, on duty

quella alta grande e fica.*

ormai è da dieci giorni che aspetto di ricevere un pacco, le cassette della snail mail del mio condominio sono tutte vuote. Ho una teoria precisa e non credo di sbagliare di tanto, il postino che si batte il mio condominio ha avuto due settimane di cagotto e nessuno lo ha sostituito.

ci sono dei precedenti con questo mio postino, molti precedenti, dallo scatolo sky alle bollette del gas recapitatemi quando già il bidet lo facevo con l’acqua fredda. anche in quelle occasioni deve aver avuto dei giorni di cagotto son sicura.

siccome la vita continua nonostante il mio pacco sia a invecchiare nell’ufficio delle poste centrali volevo raccontare di una cosa che poi son due.

Questa mattina mi è capitata nelle orecchie una canzone, una canzone vecchia, una canzone che mi ricorda me e il mio papà quando tutti e due eravamo più piccoli. Si girava con la 127 e la 127 era di un colore azzurro verde acqua tendente beige, quei colori che erano disponibili solo in quegli anni e credo solo per le fiat, quei colori che erano sbiaditi anche se l’auto aveva tre giorni, quanto ho amato il rosso fiat, il rosso fiat non era rosso ferrari, era arancione. Erano i primi anni ottanta, avevamo già la casa con giardino e senza sassi (la prima casa era con giardino e con sassi piccoli piccoli che quando cadevo con la  bicicletta mi si conficcavano tutti nelle ginocchia), avevamo il cane magro (il cane grasso è arrivato nella terza casa, la casa con giardino, senza sassi e col caco, il caco che quando cadevo scivolando su una buccia di caco tiravo giù tutte e tre la madonna).

Uscivo col papà, mi portava a spasso in macchina con la 127, andavamo alla pista di pattinaggio di MaRgheRa (a marghera oltre al polochimico è famosa anche la pista per pattinare) usavo i pattini con le quattro ruote messe a paia, ero brava e lui si sentiva un pochetto allenatore, credo avesse in programma di mandarmi a scuola di pattini e però poi non lo ha fatto perché ha capito che pattinare mi piaceva solo per così tanto per fare, non volevo fare le gare di pattini, non volevo mai… Papà si è accorto e ha lasciato stare.

Nella 127 c’era questo mangianastri, sopra al cruscotto una pila di cassette con tutto il nastro sputato fuori, ogni tanto papà mi chiedeva di infilarci il mignolo e di iniziare a girare per avvolgerla, poi un giorno si deve essere accorto che non capivo mai il senso esatto in cui riavvolgere e tutte le cassette srotolate sono sparite, si deve anche essere accorto che ero proprio io a srotolarle. Mi pare comunque incredibile di essere riuscita a infilare il mio mignolo in quelle cassette, il mio mignolo allo stato attuale (taglia guanti xl) non mi passa dentro il naso, anfatti non ho ricordi di me che mi scaccolo, ho ricordi dei miei compagni di banco che si scaccolano ma non di me, devono essermi cresciute le mani una notte all’improvviso tipo. Dicevo che sono sparite tutte queste cassette e ne era rimasta una che era un mix di canzoni che facevano cantare me e papà ogni volta che si era in viaggio e da malcontenta a marghera se hai cinque anni è un viaggio. In quella cassetta c’era questa canzone e io ero piccola e non sapevo tutte le parole, nel senso che non conoscevo tutte le parole, non ne sapevo il significato, allora dicevo “non so se hai presente una puttana ottimista e disinibita” la cantavo così. A cinque o sei anni sapevo il significato di disinibita insomma.

Ho realizzato solo oggi che la canzone dice “ottimista e di sinistra”, a sei anni non lo sapevo, era astratto e non lo dicevo, si vede che oggi so che cosa è la sinistra e che c’è un tempo per tutto.

*anche fica lo sapevo a sei anni.

12 commenti

Archiviato in cose arancioni, io ti amo e tu lo sai, marino, Uncategorized

ho fatto un viaggio.

Sono partita ieri mattina alle undici, sarei dovuta partire alle dieci e invece poi i compagni di viaggio han fatto tardi e allora no.

Mi han fatta sedere davanti, io avrei voluto star dietro che così potevo allungare le gambe sul sedile ma hanno insistito e allora no.

In andata ho tanto riso, nel ritorno, a ore quattordici, ho riso il doppio. In pausa pranzo mi volevano ubriacare ma io sono stufa di ubriacarmi ad eventi lavorativi e allora proprio no.

Nel pomeriggio son partita per un nuovo viaggio. Un viaggio bello e poi doloroso e poi di nuovo bello. Anche nel pomeriggio ho riso, ho riso solo all’andata, nel ritorno invece ho pianto. Ho pianto come un vitello, le lacrime che sgorgavano come dalle fontane l’acqua. Non esiste fazzoletto abbastanza grande, serviva un lenzuolo. Ho lasciato che accadesse, ho lasciato che il viaggio mi portasse in posti dolorosi, sono sicura che avrei potuto gestire diversamente, avrei potuto far si che non accadesse ma non volevo lottare, son stufa di farmi la guerra.

voglio solo essere in pace, prima che con chiunque con me.

e.

 

1 Commento

Archiviato in io ti amo e tu lo sai, marino

non voglio mai restare sola col mio superio.

scena 1. incontro di lavoro.

vestito molto bene, scarpe molto bene, agenda molto bene, capelli spettinati ma poteva andare peggio quindi capelli bene, trucco molto bene.

preparazione dell’argomento di riunione: cintura nera.

esposizione degli argomenti e carisma  impresso agli interlocutori: wow

Non è una cosa da applausi, certo che no, però la faccia con cui ti guardano le persone nel durante le riunioni e nel dopo le riunioni al momento dei saluti, quella faccia che significa “sei fastidiosa come una ciglia in un occhio erika però ti stimo per esser riuscita ad arrivarmi sin dentro alla cornea non è da tutti”. Lasciare la stanza e raccogliere le idee post incontro di lavoro.

scena 2. incontro.

biancheria intima mooooolto bene ma tanto lui non la nota, la biancheria intima è un mio feticcio, capelli spettinati e bagnati ma potrebbe andar meglio, potrebbero essere molto più spettinati, capelli bene, trucco molto bene.

preparazione dell’argomento di incontro: tendo ad andare a braccio.

esposizione degli argomenti e carisma impresso all’interlocutore: beh wow.

sigaretta post incontro: accesa.

La faccia con cui mi guardi durante l’incontro e subito dopo e i sorrisi per nulla, sorrisi solo perché siamo innamorati. sorrisi solo perché ci stiamo ricordando di un segreto di noi due. Lasciare il letto per andare ad accendermi la sigaretta, pensare che ti amo.

scena 3. me myself and I

la riunione è andata molto bene, si decisamente bene, è andata benone, i risultati che ho ottenuto sono degni di nota. Avevano tutti la faccia contenta.

Col mio amore è andata bene, due campi della mia vita vanno alla grande e poi sono in salute. stai a vedere che l’oroscopo di quest’anno ci ha preso.

ripercorrere con la mente le situazioni.

Forse quando ho detto quella cosa quello li ha alzato un sopracciglio, mi sa di si lo ha fatto. Quell’altro ha incrociato le braccia invece, mi è venuto in mente solo ora prima no. che strano.

Il mio amore era felice lo so, spe che gli chiedo se si ricorda di me di ieri. se anche a lui viene in mente ogni tanto.

Come mai quelli della riunione devono ancora formalizzare le mie richieste? come mai?

Come mai il mio amore non si fa vivo? cosa sta facendo? a cosa pensa? si è già dimenticato? non può dimenticarsi.

Forse la riunione non è andata così bene. Forse avevano la faccia di circostanza, forse mi hanno anche guardata tutta storta.

Forse per il mio amore era tutto regolare, nulla di speciale.

Sto immaginando ora che le cose non vadano bene o ho immaginato che andassero bene in quelle scene?.

A rimuginare troppo sulle cose si rovinano le emozioni di un istante o di due istanti o di dieci istanti.

Stai qui e ora.

 

 

Lascia un commento

Archiviato in cose arancioni, cose rosa, io ti amo e tu lo sai, marino, on duty, she's

din din din (un gran cazzo)

ho ricevuto una letterina questa notte, io già dormivo.
dormivo bene perché ieri sera ho fatto yoga.
la letterina mi è arrivata da uno di voi, uno di voi che mi leggete, che voleva mandarmi una letterina da tanto e che me ne ha scritte tante e che gli pareva una cosa del gran cazzo (vedi titolo) che uno sconosciuto mi mandasse le letterine.
/>
Mi è successa una cosa simile qualche tempo fa, dal nulla mi ha scritto una signorina dicendo che le facevo compagnia e di non mandarla a cagare se si era permessa di scrivermi.
Stamattina ci ho pensato per tutto il tragitto del pulmetto (un'ora perché c'era un traffico di merda), non farò mai una di quella manovre che si usano di questi tempi (tipo il delurking day) non sono social come molti blogger, non sono fica come altri blogger…sono questa kerika e con le mie sicurezze e con le mie insicurezze.
a volte sono triste a volte sono felice a volte sono distrutta a volte vorrei bazookare tutti gli abitanti della terra, non vi elemosinerò mai un commento, mai, anche perché spesso non c'è molto da dire, tipo oggi forse che questo è un post personale e se volete autocelebrativo.
io scrivo per voi. certo scrivo per me, mi piace e lo vorrei fare come professione di scrivere, l'ideale sarebbe avere una rubrica dove rispondo alle domande*, lo sapete, ma scrivo perché so che ci siete voi li dietro, perché spero di farvi sorridere perché cerco il vostro parere (autorevolissimo) perché…perché come dice sempre una mia amica se no invece del blog facevo diario.
più bello di scrivervi per me c'è solo il leggervi, si, anche se non vi conosco.
Grazie.

*dai facciamo il gioco che mi fate le domande e io rispondo?.

3 commenti

Archiviato in cose rosa, filippo, i love them, la di lei vita, marino, me piace, shes

è un chi sei non che ruolo hai.


sono emotiva. mi si chiude la gola ogni due per tre. mi si chiude la gola e mi vien da piangere di gioia se vedo una persona che anche non conosco che è felice. mi si chiude la gola e mi vien da piangere se vedo una persona che anche non conosco che soffre.

sono quindi empatica.

poi sono orgogliosa, piuttosto che far vedere che sto piangendo e che mi son lasciata andare all'emotività tiro su il muro. il muro che non guardo le persone in faccia (le guardo comunque con la coda dell'occhio).

sono forte, sono fortissima e quando mi metto in testa una cosa la ottengo, quasi qualsiasi cosa.
ma sono fragile. sono così fragile e insicura che non realizzo quasi mai di essere forte. realizzo di essere forte per statistica di successi ed insuccessi, non per vera consapevolezza.

non sono una esperta di gastronomia a causa del mio lavoro. sono una a cui piace bere e piace ancora di più mangiare. e siccome sono anche curiosa, dal dire che mi piace bere e mangiare al crearmi una cultura su cibi e vini il passo è stato breve. ancora più breve da "impiegata" a "persona di fiducia per chef" che nulla mi vien meglio che il parlar di cibo. non sono più il mio lavoro da anni. dall'anno del m_d_f.

sono quasi magra. nonostante io mangi come due uomini (uomini adulti non adolescemi in fase di crescita e soprattutto non uomini come mio fratello che mangia per sei, uomini normali).

sono cinica ma non con intenzione, io non vorrei esser cinica ma mi vien di rispondere da cinica. che vuol dire che sono cinica in effetti. sembro simpatica perché faccio ridere ma non sono simpatica. a tratti sono buffa ma non simpatica. poi spesso sono stata fraintesa, nel senso che io dico una cosa e sono seria e le persone si mettono a ridere. Joe, che non è il mio amico immaginario, dice che secondo lui ho una vena di umorismo yiddish. Vi faccio un esempio: Un italiano ha bisogno di bere "posso avere del vino?", un tedesco ha bisogno di bere "posso avere una birra?", un russo ha bisogno di bere "posso avere una vodka?", una erika ha bisogno di bere "penso di avere il diabete". si è una vecchia barzelletta rieditata però sono così. E le persone ridono, io però penso sul serio di avere il diabete (non oggi non ora, in generale non penso di avere il diabete, il diabete era un esempio).

sono vivace, sono lunatica, sono metereopatica, sono chiacchierona anche se faccio finta che no.

sono trasparente, un libro aperto, certo ci dovete leggere e poi ci dovete credere che siamo talmente tanto abituati alle maschere che…io lo so che le persone non ci credono che io sia trasparente ed è per quello che resto trasparente perché so che non ci crederanno che io son così, insomma indosso una maschera di come sono davvero perché così non mi si scopre che sono così davvero.

quando mi si scopre che sono così davvero sono una di quelle che scappano. una roba alla messicana "mi hai visto? perfetto adesso non mi vedi più" bang bang.

poi sono un'isoletta. posso stare da sola per mooooooooooolto tempo e mi piace, lo adoro, sto a fare introspezione tutto il tempo. poi mi piace anche quando ogni tanto c'è un naufragio e allora ho ospiti.

sono un coglione. a yoga mentre faccio le cose yoga mi vengono in mente episodi della giornata, ricordi di anni fa, pensieri futuri…con lo yoga vengon su un sacco di cose e le devi far passare senza trattenere. e veder passare una cosa che magari mi ha turbata o fatto incazzare o fatto perdere il sonno per giorni o varie e senza poterla fermare a me fa ridere. sono un coglione perché rido di miei ricordi dolorosi nel mentre di sessioni yoga.

sono noiosa, lo si evince da questo post.

sono un ghiretto, mi piace dormire, adoro dormire ma solo sottopiumetto.

sono una corsa, non sto mai ferma, ne con il corpo ne con la testa e ogni volta che mi pare di avere un momento di tregua la devo riempire quella tregua perché se no mi pare di sprecare tempo.

.

5 commenti

Archiviato in cose rosa, marino

2 nuove regole di comportamento 2.

– asciugare sempre le orecchie, sempre. sempre.

– non fare amicizia con le persone che schiacciano tutti i bottoni del dentro e del fuori degli ascensori. (soprattutto se si è nel dentro)
 

3 commenti

Archiviato in la di lei vita, marino, questa la so, shes

hai 24 ore

oggi che potevo restare sotto il piumetto un po' di più mi son tirata su un po' prima delle sei. Non c'è un perché, a parte il gatto che mi camminava sopra avanti e indietro. Il gatto comunque era sopportabile.
Ho acceso il melafonetto e come prima cosa mi è arrivato un sms da un numero che non conosco che dice: "hai 24 ore", ho risposto che erano le sei e dieci di poco fa e mi sentivo anche in ritardo perché l'sms mi è arrivato alle 2 di stanotte, io alle due di stanotte ero nella versione ghiretto on.
ho scritto "per fare che?" e son qui che ci penso.
La mia prima idea era che avessi 24 ore di vita. Si perché io sono una di quelle ottimiste. Allora ho riflettuto se fosse questo un buon momento per morire, questo o tra 24 ore e secondo me no. Ho pensato che se morissi alle due di notte di domani mio fratello mi ammazzerebbe. Abbiamo troppe cose in corso di opera in questo periodo io e la mia famiglia.
Allora poi ho pensato che c'è qualcosa che devo fare entro le due di notte di domani ma non mi è venuto in mente nulla. 
Ho un sacco di scadenze da completare in questo periodo, libro, lavoro, famiglia, tasse, desideri. Un sacco di scadenze. Ma nessuna di queste deve essere completata entro le due di notte di domani che io sappia.
Allora poi ho pensato che avessero sbagliato numero. 
Come si fa nel dueedieci a sbagliare numero? e io son coglione forte su ste cose e ho le dita troppo grandi per il mela ma non sbaglio numero. Sbagliavo numero quando ero più piccolina.
Secondo me non me lo dirà che cosa devo fare in queste 24 ore ed è un peccato perché a me piace fare i compiti.
comunque ho deciso, o mi si dice 24 ore per fare cosa o non ci sto.

o.t.: ieri ho ricevuto un presente che mi ha incendiato il cuoretto, non caldo, incendiato. Ci potevo cuocere le uova col cuoretto. 
sempre ieri ho deciso che era un momento di abbracci, una cosa che non faccio mai, ho addirittura preso l'iniziativa, da qui a dieci anni sarò in grado di scambiare pacche sulle spalle ed effusioni a tutti i miei amici. (se non muoio alle due di prossima notte chiaro).
sempre ieri, ero con un mio amico che è afasico e lui voleva che dicessi una cosa a sua mamma che non era li con noi, era al telefono e però non capivo cosa dovevo dirle perché lui mi indicava un dolce alle mandorle che stava sopra al tavolo e la mia sciarpa e io dovevo interpretare e tradurre. non so come ho fatto ma a un certo punto ho detto "Signora, porti una torta al cioccolato" perché la mia sciarpa era nera. Non so se la torta al cioccolato fosse la cosa che aveva in testa in principio il mio amico afasico ma gli è piaciuta.
se muoio il mio blog passa ad anonimista, non fatelo arrabbiare che è del toretto.
se muoio sappiate che vi amo tanto. come lo dicono gli inglesi "I love you sooooo fucking much" 
update: alla fine c'è stato un perepequaquaquaquaperepe con la rubrica di quello che mi ha mandato l'sms.
pare che non solo non fosse riferito a me ma anche che non avesse nulla a che fare con una morte. nel dubbio ho messo la sveglia alle due meno cinque.

5 commenti

Archiviato in io ti amo e tu lo sai, la di lei vita, marino, shes, unforgettable

che lo sforzo sia con me.

Ieri sera stavo opzionando di farmi portare a casa una pizza, ieri sera pioveva, ieri in realtà è piovuto tutto il giorno e io sono stata all'aperto tutto il giorno. Ieri sera avevo proprio voglia di passare la serata in divano, vestita da casa, coi capelli e i piedi asciutti, con la copertina arancione buttata addosso, e un libro.
Va da se che invece di trastullarmi su cosa cucinare mi sono opzionata una pizza.
La mia pizza preferita, alla mia pizzeria preferita sono due pizze:
Olandese: patatine fritte & salamino piccante
Pizza_Kerika: zucchine grana prosciutto crudo
Le mie due pizze preferite sono in conflitto col mio fioretto, ho iniziato a pensare di prendermi una pizza verdure però li non la fanno bene, buttano le verdure crude sopra alla pizza e si cuociono in forno assieme alla pizza e sono verdure che non sanno di niente…
Ho trovato un posto che mi faceva la frittura da asporto.
Ieri sera ho mangiato una frittura mista e una frittura di soli calamari tutta da sola. Ho mangiato anche le 4 fette di polenta che accompagnavano il tutto e ho mangiato anche il limone, solo la polpa ma lo ho mangiato.
Stavo benissimo. Mi sentivo sazia, mi sentivo bene.
Questa notte ho sognato che mangiavo grissini torinesi con la mortadella. Me li aveva dati mio fratello, mi aveva portato sto piattino e io ho mangiato tutti i grissini e tutta la mortadella e siccome era un sogno la mortadella non aveva neppure un granello di pepe nero (io di solito lo butto via il pepe nero perché non mi piace trovarmi il granetto in bocca). Dopo averla mangiata ho guardato mio fratello e gli ho detto "oh noooooooooo, era mortadella, non potevo mangiare la mortadella." e poi come faccio sempre, mi son messa a piangere e mio fratello, come fa sempre, si è messo a ridere.
Mi sentivo in colpissima, non avete idea.
Quando mi son svegliata ero tutta contenta che fosse solo un sogno.
E' il mio giorno 10 di 15 senza carne.
non ci sto quasi pensando.
Credevo avrei sognato di spezzatino, di tartare, di filetto, di barbecue…invece sto sognando insaccati e salumi.
Come quella volta che son stata vegetariana tre giorni (sia di carne sia di pesce) e mi sognavo il tonno in scatola invece che di banchetti degli dei.
ne deduco che il mio inconscio ha gusti in tema coi miei ma  diversi dai  miei. Il mio inconscio è un palato meno raffinato e più tradizionale. il mio inconscio al mio ultimo pasto mi farebbe mangiare pane e mortadella, io al mio ultimo pasto invece vorrei sicuramente carbonara e tartare.
Sempre il mio inconscio l'altra notte mi ha fatto sognare un uomo, questo uomo è il Dottor B. il dottor B è un neurochirurgo. Il dottor B. è proprio un bel neurochirurgo, per dire se dovessi fare una serie televisiva col protagonista fico prenderei lui. Poi è anche gentile, per dire se la serie fosse stata dottor house non avrei proprio potuto prendere lui. Ho sognato che parlavo col dottor B. nell'attività onirica mi sentivo bene come quando ci parlavo nella vita reale.
Qualche notte ancora prima ho sognato di far pace con una mia amica. questa mia amica quando ci siamo litigate mi ha detto "non ti perdonerò mai" e io ho sognato che ci scambiavamo un bacio e che facevamo pace.
credo la mia attività onirica mi stia suggerendo qualcosa, può volermi dire che potrei iniziare con l'eliminare i peperoni a cena, anzi me lo annoto, prossimo fioretto via la carne e i peperoni a cena.
e poi niente,
ho un pensiero razionale che mi perseguita, questo pensiero mi fa compagnia mentre sono in pulmetto, mentre cammino per strada, mentre faccio yoga, mentre pulisco casa, questo pensiero lo ho sempre appresso ed è una domanda.
"potrai mai essere di nuovo felice?"
e la domanda no,  non è rivolta a me.

7 commenti

Archiviato in io ti amo e tu lo sai, la di lei vita, marino, shes

una analisi serena. una serena analisi . analisi serena una.

se mentre tu mi parli mi si infiamma la faccia dalle clavicole alle orecchie…quello dipende da me, mi son pensata di sicuro qualcosa che però non ti ho condiviso e allora mi imbarazzo.

se invece io ti parlo e alzo il tono di voce, alzo ancora, poi ancora, poi mi trovo ad urlare…beh quello sembra dipenda da me ma onestamente, in realtà, dipende da te…non mi dai l'impressione di ascoltarmi sino in fondo o non mi dai l'impressione di ascoltarmi e basta.

se quando ti guardo e poi sto zitta e poi non voglio più guardarti, quello dipende proprio da me e solo da me.
se mi arabbio, di sicuro è colpa mia.
infatti poi, in genere quando mi arrabbio ti starò zitta, chiunque tu sia io ti starò zitta sino a che non mi passa l'incazzatura che mi son presa da sola.

se quando mi vien da piangere e smetto di guardarti negli occhi, smetto di incontrare qualsiasi occhi, e poi tu mi cerchi perché sai che son li nell' angolo che piango, e poi tu mi metti una mano sulla spalla e poi così apri un varco, e poi io lo attraverso quel varco, ti abbraccio. e anche se piango più forte ti resto abbracciata…li però sei tu. non sono io. sei tu.

io sono quella che se ne va,

sono quella che se le fai male, anche per sbaglio, preferirebbe tenerti lontano o lontana, sino alla guarigione piuttosto che farti vedere che le hai fatto male.
perchè una volta che mi hai fatto male e una volta che ne sei anche tu consapevole potresti continuare a farmene o smettere però se smettessi, allora li sarei ancora io, non saresti di sicuro tu, soprattutto se mi hai fatto male per sbaglio.

2 commenti

Archiviato in la di lei vita, marino, questa la so, shes

della mancanza e della abitudine.

Non sono la regina dei trattati ma, pensavo alle mancanze e inevitabilmente alle abitudini.
Quando uno dei nostri cari ci lascia in via definitiva, una morte ad esempio oppure un trasferimento, oppure ancora la chiusa di una relazione. Pensavo a cose così. cose leggere.
yeeeeep shit happens and it's gonna be worse.
in psicologia clinica esiste una cosa chiamata lutto, anche se non è relativa alla morte di tipo fisico.
lo so perché ho peccato di studi di psicologia clinica. In un mio periodo di vita che identifico tra i diciotto e i ventitre anni. Mi ero appassionata di psicologia perché da grande avrei voluto fare la psicologa del lavoro. Quelle che stanno negli uffici a sentire i pettegolezzi dei dipendenti tipo.
Poi ho smesso e ho intrapreso la carriera del food, magari a uno gli pare una via semplice quella del food ma a dirvela tutta, prima di essere la regina del food, sono stata la sbarbina del food e ho subito anni e anni di nonnismo.
Insomma friggevo patatine in un pub.
nowadays sono nella testa e nel cuore di chef tra i più ambiti del mondo per poter garantire loro i prodotti che hanno in testa, i prodotti che hanno in testa sono diversi da quelli che hanno sulla lista di prodotti che mi propongono di trovare.
perché vi racconto della mia carriera e dei miei studi e della mia vita? perché se avessi continuato la strada della psicologia del lavoro questo mio trattato sulla mancanza e sulla abitudine vi sarebbe stato presentato in maniera diversa.
Se un giorno al supermercato vuoi la pancetta perché vuoi fare la carbonara e la pancetta alla fine non c'è, prendi magari il tonno, fai la pasta col tonno. Il giorno dopo la pancetta di nuovo non c'è e prendi i gamberetti, pasta gamberetti e zucchine. Il giorno dopo ancora ti fai la pasta cotto panna e funghi…poi la puttanesca…poi col ragu.
Realizzi che la pancetta è definitivamente fuori produzione, non commercializzata in italia, completamente esaurita.
non c'è più pancetta.
un po' ti manca, ti manca tanto, nonostante la mancanza devi sopravvivere e gli altri ingredienti sono un'utilità.
ogni tanto ci pensi e realizzi che comunque stai vivendo in ogni caso senza.
va tutto bene.
un giorno dopo tanti giorni vai in un super che non è il tuo, scopri che c'è pancetta, te la porti a casa e ti fai la carbonara diddio, quella che tre giorni per digerirla non sono abbastanza, quella che poi fai i sogni erotici con il vecchio del terzo e perdi il desiderio per sempre, quella che ti abbiocchi sul tavolo con la forchetta a mezz'aria (non in questo ordine è a ritroso)
da qui ci sono due opzioni
la pancetta ti è mancata e lo realizzi solo nel momento in cui è nella tua bocca che ti è mancata proprio tanto e che anche se credevi di si non potevi davvero farne a meno.
oppure
si mi mancava ma comunque sta bene, nessuna sigaretta post carbonara dopo la carbonara…allora forse non ti mancava per davvero, allora forse non ti è mai mancata, allora forse non c'era per davvero tutto questo amore con quella pancetta o forse c'era ma è finito, ti sei abituato senza.



pensavo a come avrei esposto questa cosa della mancanza e della abitudine se niente niente fossi stata la massima esperta di campioni allergenici (i patch test tipo).

4 commenti

Archiviato in bah shes an artist, la di lei vita, marino, shes

magari l’ho già raccontata sta storia.

Ormai è da anni che tengo traccia di questa vita in questo posto, allora magari questa storia ve l’ho già raccontata, se così fosse vi chiedo scusa, se non la sapete invece, beh meglio, è una storia a lieto fine, non vi farà male all’anima arrivare sino in fondo.

Per un periodo della vita, nel corso delle notti io mi svegliavo. Mi svegliavo e come prima cosa prendevo su il telefonetto per vedere che ora batteva. Batteva sempre l’ora numero 3 e 27 minuti. All’inizio di queste sveglie nel cuore della notte ero felice che vedevo l’ora e pensavo "oh che fico ho ancora un bel tre ore di sonno da farmi" e mi giravo dall’altro lato tutta contenta e beata e sorridente (a parte nelle notti in cui mi trovavo i messaggi di merda al blackberry che mi giravo lo stesso però tiravo il porco perché sapevo che poi dopo tre ore mi sarei dovuta occupare di una cosa di merda…ma comunque.). Va senza dirlo che la felicità e la serenità di avere ancora tre belle ore da dormirmi è stata sostituita da una nevrosi paranoica.
"mi sveglio sempre alle 3,27" pensavo "non ai 25, non alle due, alle 3,27" e "cosa succede all’interno del mio cervello a quell’ora esatta?" mi sono figurata che mi avessero piantato un chip in testa con un allarme che mi facesse svegliare come succede alla echo della dollhouse (o a quelli che si puntano la sveglia anche all’esterno del cervello).
Siccome mi pareva una cosa che doveva essere risolta ho fatto una cosa che non avrei mai fatto in condizioni normali (senza nevrosi dico) e ho messo una videocamera a riprendermi mentre dormivo.
La videocamera mentre dormivo mi ha mostrato delle cose molto interessanti di me nel sonno, una di queste è che non appena mi addormento non mi sposto più e con non mi sposto più intendo proprio che sembro morta. Ho visto un video in cui per 4 ore sono stata del tutto immobile a parte che ogni tanto respiravo.
Alla quarta ora di video di me immobile si è avvicinato il momento x, il momento x è circa alle 3,25 quando si intravede il mio cazzo di gatto che mi pesta la testa con tutte e quattro le zampe (una alla volta me le spalma in faccia), siccome io ero in sonno profondo continuo a restare immobile, il gatto mi annusa il naso e la bocca e poi mi si mette vicino ai piedi sul fianco e io li tiro su il braccio destro e tiro su il telefono e guardo l’ora (3,27), mi ricordo della telecamera e mi saluto per educazione.
Guardo il gatto e mi viene in mente che in effetti lui alle 3,27 di ogni mattina era sempre stato proprio li ma solo ora mi è chiaro che per arrivare li mi è passato in testa per un sacco di notti. Parlo col gatto che di notte non è mai una buona idea e poi mi rimetto giù a dormire.
Risolto il mistero.
Prossima volta ricordatemi che vi racconto del mio colbacco nuovo.

14 commenti

Archiviato in i love them, la di lei vita, marino

ce l’ho sulla punta della lingua.

ieri su italia 1 han fatto un film
"merlino"
e io per tutto il film ho continuato a pretendere che il protagonista fosse indiana jones
"harrison ford"
poi ho capito che invece no.
allora ho detto che era robin hood il protagonista

"kevin costner"
poi alla fine mi è stato detto che il protagonista era jurassic park
il nome non lo ricordo.

9 commenti

Archiviato in io ste cose non le so, la di lei vita, marino, numb, shes

.

fu così che quel giorno si trovò nel parco. era un giorno ed era pure un giorno di quelli tutti a caso. Lei si era programmata taaaante volte, tantissime volte prima di quel giorno  un giorno come  quel giorno ma non le era mai successo nulla di interessante. Un giorno per caso poi si trovava nel parco. Arrivò uno sconosciuto, nel parco,  le chiese un fazzoletto di carta che lui aveva freddo e il naso gli colava di brutto. Lei prese il fazzoletto, lo diede allo sconosciuto e non disse una parola, niente. Lei non riusciva a parlare. Timidezza? non si sa. Lo sconosciuto le prese il fazzoletto dalle mani, visto che era li e aveva un po’ rotto il ghiaccio le chiese se per caso avesse una gomma da masticare. Lei non solo aveva una gomma, lei aveva svariate gomme e svariate caramelle e anche i ciupa chups (si scopri più tardi che lei era una di quelle golose), lei quel giorno ha camminato qualche passo a fianco dello sconosciuto e ogni tanto, quando nel parco la strada si faceva difficile, lei avrebbe voluto appoggiarsi a lui. Non lo fece. Andò avanti a fianco a lui ma da sola in quel parco. Lei gli chiese poi "tu come ti chiami?" lui le rispose "io mi chiamo Parco" a lei era tanto piaciuta la risposta, tanto…e fu così che si trovò seduta su una panchina rossa e freddissima. Lui le diceva poco o nulla, lei era li che aspettava la teoria della relatività dalle sue labbra. Labbra? labbra. lei dalle sue labbra non aspettava la teoria della relatività, lei dalle sue labbra si aspettava le sue labbra sulle sue labbra. "ma a cosa sto pensando" si disse lei? non lo poteva mica pensare sul serio. Quello era lo sconosciuto del parco. Lei era la veterana del parco. E quindi? e quindi nulla, si accorse che non lo conosceva ma che la sua bocca in qualche modo lo ricordava "sarà una cosa di un’altra vita" si disse… fu così che senza conoscerlo, che senza averlo mai visto prima, fu così che gli mise le mani sul volto, fu così che gli appoggio le labbra sulle sue e fu così, anche, che per un istante, uno solo, chiuse gli occhi. Tutto intorno si era creato il gran silenzio, era il silenzio delle cose oneste, delle cose vere, delle cose mai successe che non succederanno più. Lui così calmo, così sereno così…sicuro, lui era decisamente sicuro. Lei che si mette in punta di piedi per avvicinarlo e le sue mani, sul suo viso e lei che lo sa che è sbagliato che non si fa e che non si devono toccare i visi. Lui che sta attento ma si abborbidisce quando lei si avvicina, lei che abbassa la guardia ma che è tesa come una corda di violino al solo averlo vicino. Lei era in punta di piedi per far piano, lui le teneva le mani per stare un po’ più con lei.

Io.

Io son stata tanto contenta di aver visto quella scena, quel giorno nel parco…io ancora me lo chiedo come stanno ora i ragazzi che al parco non si son visti più.

 

3 commenti

Archiviato in giorni fantastici, la di lei vita, marino, me piace, shes

speriamo che sia femmina…

stavo pensando a sta cosa…io per dire, son tanto contenta di essere donna, oh ma tanto davvero.

che io così col mio essere donna nei miei periodi peggiori al massimo passo da stronza. hm, ok, passo ogni tanto nei periodi peggiori e periodi delineati da maggior fisicità fisiologica da stronza di merda (le malelingue dicon troia son sicura ma solo perchè non han sta grande padronanza di lessico)

fossi uomo invece, fossi uomo invece son sicura, io sarei un coglione, ve lo giuro.

a sto punto…persi per persi, a sto punto meglio stronza che coglione…

 

– in collegamento diretto con la mamma:

erika: mamma cosa fanno stasera in tv

mammadellacapitana: si es ai…ma no si es ai solito, si es ai in italian

erika: mamma…il ris de parma?

mammadellacapitana: eh brava, ti vedi che ti ga capio…

 

4 commenti

Archiviato in auronzo, bad days, bah shes an artist, bruno, cose rosa, giorni fantastici, i love them, il veneziano per te corsi di lin, io ste cose non le so, la di lei vita, lo dico ma senza convinzione, marino, me piace, milo, nebbia, nottifantastiche, numb, on duty, orione, pink ladies, questa la so, she said, she's a maniac, shes, una ricetta ogni tanto, unforgettable

estratto sulla delusionezza!

maybe never…

maybe it already happened…

maybe i only dreamt about it

hopefully, this is going to be my last dream about you

the worst dream

the real one

it’s a fucking shame (pity…ok pity)

2 commenti

Archiviato in bah shes an artist, i love them, la di lei vita, marino

GuY…i need a friend

e dopo il titolo in 5 minuti secchi siamo alle zattere, casa nostra.

La regola #1 ci tutela per tutta la sera – Forget about the fucking wanker – e bon

G: dovresti provare a fare l’informatica, sai un sacco di cose…

E: mi fa schifo

…..

G: siamo un po’ sensibili noi due

E: e ci vediamo solo in due tipi di occasioni – se è successo qualcosa di molto grave o se è successo qualcosa di molto stupido e irrilevante per le nostre vite.

………..

G: mi ha chiesto una proxy per facebook

E: sai qual’è la cosa interessante? che non ha idea di cosa sia una proxy…io lo so e lui lo sa e tutti lo sanno ma qualcuno gli avrà detto "fatti dare una proxy" e lui chiama te completamente non consapevole che potrei dargliela io che gli sto seduta a fianco, da me non avrebbe preso neppure il consiglio per buono.

G: ah si?

E: si

G: allora domani faccio così…arrivo in ufficio e gli porto un cucciolo "halloooo this is proxy, saluta proxy…tu trattalo con cura e lui ti darà l’accesso a facebook"

………

G: dobbiamo sempre andare avanti…si sopravvive, è così

E: non ti senti mai come se non potessi vedere la luce?

G: si e penso sia perchè non credo…

E: neppure io credo…lo sai

25febbraio

 

e anche non credendo poi c’è sempre la luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

Thank you!

4 commenti

Archiviato in a paola, bad days, la di lei vita, marino, nebbia, nottifantastiche, numb, orione, she said, shes, unforgettable

ma avevo mai detto che…

a me piace tanto andare a pattinare al parco?!

 

n.d.erika. mai usati tanti tag in un post ma nel dubbio meglio abbondare…(che è una regola universale che vale per tutto a parte che per il sale, se metti troppo sale ce l’hai nel culo tipo, poi ti tocca metterti a sbucciare una cazzo di patata e buttarla nel composto salato anche lei)

 

enjoy

 

"hold me like you’ll never let me go…"

ultimissima ora: nel mentre che scrivevo questo post (ok controllavo il video) mi è arrivata una richiesta disperata di aiuto su come si dice "eravamo" in veneziano – si dice "gerimo" mi e ti gerimo insieme…mi e eo gerimo insieme – mi ti e eo gerimo insieme. Adoro le buone azioni.

1 Commento

Archiviato in bah shes an artist, cose rosa, giorni fantastici, i love them, il veneziano per te corsi di lin, io ste cose non le so, la di lei vita, lo dico ma senza convinzione, marino, me piace, nottifantastiche, numb, pink ladies, questa la so, she said, she's a maniac, shes, una ricetta ogni tanto, unforgettable

in buona compagnia insomma…

Vi faccio una breve spiega per quelli che sono arrivati qui da poco e l’anno scorso verso sto periodo quindi non c’erano e che non sono andati a leggersi tutte le cose vecchie (che un po’ hanno fatto bene che comunque se c’è una roba importante poi torna sempre nella mia testa e quindi è facile che ve la ripeta più volte, tipo che mi piace la voce di richard ashcroft l’avro detto un cento volte…o che mi piacciono i film di bruce willis tipo l’ultimo boy scout e che mi piace daniel craig? lo dico tutti i giorni in tutti i post…e che marino è il mio amico immaginario? beh ormai lo vedete pure voi…per non parlare poi dei fatti del pulmetto. Quante volte ho raccontato del pulmetto? eh…banchina adriatica? ha stomacato.  Ma mica sto dicendo che son noiosa, anzi, nel mio piccolo trovo che alcune cose siano molto interessanti…per dire il pulmetto al valecenter era interessantissimo, va da se che io non stia dicendo o pensando questo. Insomma io stavo pensando che non sono mica  come la serie 24 che ti perdi una roba e ce l’hai in culo non prendi più il filo…qui è un pochino più alla dexter, che anche se ti perdi una puntata o due poi capisci sempre cosa succede.

L’anno scorso verso gennaio mi è uscito un pomfo…Milo l’avevo chiamato. E’ tornato Milo e si è portato pure gli amichetti.

3 commenti

Archiviato in la di lei vita, marino, milo, questa la so, shes

solo un post…

Marino: e allora? cosa stai facendo?
lei: la doccia….sto facendo la doccia non vedi?!
Marino: si vedo vedo…il punto è, il punto è perchè fare la doccia? ne puoi fare tranquillamente a meno, le persone depresse non fanno la doccia, tu, tu. Tu sei una persona depressa. Io ti dico quindi, perchè fai la doccia? sei depressa ma fai la doccia le persone depresse non fanno la doccia.
lei chiude l’acqua e lo guarda sbigottita, il respiro che inizia a farsi affannato, il vapore che carica lo specchio del bagno
Lei: Marino…sono depressa a volte, ma non così depressa sai…ho eliminato quel tipo di depressione a quattro anni.
Marino: si ma non è quello…guardati, guardati bene. No, no, no…non guardare me attraverso lo specchio, guarda te. Guardati e dimmi cosa stai facendo. Dimmi cosa stai facendo.
Lei: ho preso un sacco di pioggia oggi, di ghiaccio e di pioggia…tanta Marino credimi, così tanta che avrei voluto piangere, così tanta che forse ho anche pianto. Devo lavare via la pioggia Marino…non hai visto ero tutta bagnata.
Marino: la pioggia che vuoi levar via tu non viene via così, io lo so e tu lo sai…dimmi, dimmi un po’, dimmelo senza piangere però…dimmi chi volevi far sorridere oggi. Dimmelo…
Lei: Volevo far sorridere lei e anche lei e lei e lui poi…si anche lei e sicuramente lui
Marino: e chi ti ha sorriso? chi ti ha sorriso veramente alla fine, chi
Lei: L’uomo della garrita
Marino: chi?
Lei: L’umo della garrita
Marino: non ho capito
Lei: stavo andando a casa e l’uomo della garrita mi ha fermata, era senza accendino, io ne avevo tanti e gli ho regalato il mio
Marino: mwahahahahahahhahahahahah ahahahahahah ahahahahah sei stupida! sei stupida! sei stupida
Lei: odio quando mi dici che sono stupida…non ridere
Marino: Non ridere? non ridere? mi stai dicendo di non ridere? uno ti chiede da accendere e gli regali l’accendino e mi dici di non ridere?
Lei: ne avevo un altro in borsa
Marino: svegliati…stupida…stupida…stupida…svegliati.
Lei: smettila di chiamarmi stupida…era solo in garrita fumatore senza accendino io ne avevo tanti lui chissà quando gli passa il prossimo accendino. smettila…e esci da qui, esci sono nuda.
Marino: non è questo il punto e io lo so e tu lo sai…ci credo che lo hai fatto sorridere con l’accendino, ci credo. E nuda…ti ho visto nascere, ti ho sempre vista anche nuda
Lei: si ma adesso per la prima volta approfitti del mio essere nuda, per la prima volta quindi io ti dico davvero esci…esci dal bagno, vattene, non voglio più che tu mi veda così
Marino: l’unica persona che dovevi pensare a far sorridere oggi e da oggi in avanti sei tu…non lui, non lei, non quello della garrita, solo tu, solo tu…solo tu e devi pensare a te solo tu
Lei: Marino…Marino, per favore vattene
Marino: mi stai cacciando per sempre, lo capisco dal tono non dalle parole
Lei: Credo di si
Marino: perchè?
Lei: non ce la faccio più…non ci riesco più, sono troppo vulnerabile ho bisogno di star sola con me stessa senza di te
Marino: se me ne vado ora vado via per sempre…io non credo che tu sia pronta, io credo che tu parli a vanvera, io credo che tu parli perchè ti ho ferita…io non volevo ferirti
Lei: io ero nuda e tu mi hai presa a calci
Marino: era necessario e sarà ancora necessario…io ti conosco e so chi sei e so cosa vuoi
Lei: Marino.
Marino: vuoi che vada via?
Lei: si
Marino: per sempre?
Lei: nulla è per sempre…ho bisogno di star sola adesso e per un po’
Marino: è per sempre

Lei esce dal bagno piangendo dieci minuti dopo…cerca Marino ma non lo trova più in nessun luogo e il ricordo più vivo è quello di lui che ride di lei. Il ricordo più vivo è lui che le dice "stupida"

10 commenti

Archiviato in bad days, cose rosa, marino